I nostri ragazzi. Gassman e Lo Cascio in un dramma familiare

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Ieri sera ho visto “I nostri ragazzi” di Ivano De Matteo, interpretato da Alessandro Gassman , Luigi Lo Cascio , Giovanna Mezzogiorno e Barbora Bobulova. Un quartetto di buoni interpreti per una storia imperniata sulle due famiglie, in particolare sui due fratelli. Diversissimi tra loro, per aspetto e per carattere: uno (Gassman) avvocato apparentemente senza scrupoli, l’altro un diligente medico chirurgo pediatrico. I due con le rispettive mogli si vedono raramente e sempre in un ristorante di lusso scelto dal fratello avvocato.
La discussione e’ dietro l’angolo, date le vedute opposte tra le famiglie e una certa insofferenza verso la seconda moglie del fratello ricco.
  

Tutti e due hanno un figlio adolescente: Benedetta chiamata Benny, la ragazzina appena maggiorenne ricca e viziata, e Michele il figlio “nerd” e silenzioso del dottore. Tutto sembra continuare grazie a un certo equilibrio. Una sera Michele e Benny vanno a una festa da…

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I nostri ragazzi. Gassman e Lo Cascio in un dramma familiare

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Ieri sera ho visto “I nostri ragazzi” di Ivano De Matteo, interpretato da Alessandro Gassman , Luigi Lo Cascio , Giovanna Mezzogiorno e Barbora Bobulova. Un quartetto di buoni interpreti per una storia imperniata sulle due famiglie, in particolare sui due fratelli. Diversissimi tra loro, per aspetto e per carattere: uno (Gassman) avvocato apparentemente senza scrupoli, l’altro un diligente medico chirurgo pediatrico. I due con le rispettive mogli si vedono raramente e sempre in un ristorante di lusso scelto dal fratello avvocato.
La discussione e’ dietro l’angolo, date le vedute opposte tra le famiglie e una certa insofferenza verso la seconda moglie del fratello ricco.
  

Tutti e due hanno un figlio adolescente: Benedetta chiamata Benny, la ragazzina appena maggiorenne ricca e viziata, e Michele il figlio “nerd” e silenzioso del dottore. Tutto sembra continuare grazie a un certo equilibrio. Una sera Michele e Benny vanno a una festa da amici, fanno molto tardi e i genitori si preoccupano. Una bravata da ragazzini che dal giorno seguente inizierà ad assumere tinte fosche e a distruggere la tranquillità quotidiana di tutti. image

Tranne Michele e la cugina, gli altri dovranno vedersela con la loro morale e agire di conseguenza. Sul Corriere della Sera e’ stata scritta una lucida analisi da Giuseppina Manin: “Genitori assenti, inesistenti, devastati da sensi di colpa, pronti a farsi zerbini delle loro creature. Timorosi di contraddirli, incapaci di rimproverarli. E a furia di togliere limiti, i pargoletti si spingono sempre più in là, incapaci di distinguere bene e male, giusto e ingiusto”…

Ivano De Matteo con “La bella gente” e “Gli equilibristi” aveva raccontato l’irrompere di un elemento che veniva dall’esterno di un un nucleo familiare -apparentemente -ben assestato. Qui la cosa diventa più complessa. Cosa avviene se invece ciò che sconvolge assetti consolidati irrompe dall’interno? La sequenza che apre il film appartiene all’ordinaria follia quotidiana che trova spazio nella cronaca o nei Tg; essa si colloca non solo come elemento che s’inserisce per tutto il film ma soprattutto come occasione di riflessione sullo scatenarsi di una violenza incontrollata.
Lo spettatore viene però posto in una condizione di estraneità al fatto così che possa giudicare dal proprio punto di vista assegnando torti e ragioni. È quanto accade dopo che invita a porsi la domanda: io come mi comporterei? La totale amoralità dei due ragazzi ci può spaventare spingendoci quasi a rifiutarla, a non accettarne le modalità di espressione. De Matteo ci mette davanti agli occhi la verità dei fatti per guardarla in faccia senza nascondere la testa sotto la sabbia. Perché è su questo piano che ai genitori viene chiesto di intervenire, senza prediche inutili ma anche senza cedimenti. A tutto questo si aggiunge spontaneamente la domanda: il degrado morale, l’assenza di punti fermi va imputata a una gioventù ormai lasciata in balia dei social network o ha le sue radici in un falso perbenismo incapace di reggere al maglio della realtà? I genitori di Michele e Benedetta non sono ‘cattive persone’, non possono neppure addossare le colpe alla società di un degrado sociale a cui attribuire le proprie scelte. Il regista ci fa osservare le loro reazioni suggerendoci pre-giudizi con i quali confrontarci. Una questione del tutto contemporanea vi aspetta nelle sale.